Categoria: lavoro

L’analisi del rischio: una definizione

La sicurezza sul lavoro è molto importante sia per i dipendenti che per i proprietari dell’azienda. L’analisi del rischio si rivela dunque un’attività assolutamente necessaria in qualsiasi Azienda. Con la definizione di rischio si intende una serie di effetti causati da un evento imprevisto, all’interno di un’azienda può trattarsi di un incidente, un errore nella gestione del lavoro o nell’applicazione delle tecniche produttive, una minaccia proveniente sia dall’interno che dall’esterno e così via.

Le diverse fasi dell’analisi del rischio

L’analisi del rischio prevede, prima di tutto, un’ispezione dell’edificio per valutarne le criticità e l’adeguatezza alle normative. Il secondo passo prevede la redazione dell’indice di valutazione, ovvero un documento dettagliato per stabilire le priorità di intervento e le misure da attuare. Infine, l’ultima fase consiste nella proposta di sicurezza, con un insieme completo di soluzioni specifiche per ogni edificio. L’analisi del rischio deve essere effettuata da professionisti che si occupano proprio della sicurezza sul lavoro. Questo perché dopo l’analisi, è necessario avere il supporto di persone esperte, che possano fornire anche le soluzioni per le problematiche che si presenteranno. Inoltre, affidarsi ad un tecnico esterno assicurerà un’oggettività maggiore.

RIKO: i professionisti dell’analisi del rischio

RIKO offre consulenza sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, mettendo a disposizione un’attenta analisi del rischio per individuare eventuali punti deboli e le relative aree di intervento.  Mette a disposizione i migliori professionisti ed esperti in sicurezza e analisi del rischio sui luoghi di lavoro.  La rete di professionisti competenti di RIKO è in grado di fornire dei sistemi integrati per la tutela della salute di ogni lavoratore. Dal momento che i rischi sono davvero tanti e insidiosi, rivolgiti con fiducia agli esperti dell’analisi del rischio per prevenire qualsiasi problema. Per scoprire tutti i servizi messi a disposizione da RIKO o per richiedere un preventivo, visita il sito web apposito.

Perché i segnali stradali sono importanti?

I segnali stradali forniscono informazioni preziose ai conducenti e agli altri utenti della strada. Rappresentano le regole che sono in atto per tenerti al sicuro e aiutano a comunicare messaggi a conducenti e pedoni che possono mantenere l’ordine e ridurre gli incidenti. Trascurarli può essere pericoloso.

La maggior parte dei segni fa uso di immagini, piuttosto che di parole, in modo che siano facili da capire e possano essere interpretate da persone che parlano una varietà di lingue. Per questo motivo, è importante che tu sappia cosa rappresenta ogni immagine e che le utilizzi per informare la tua guida. Il mancato rispetto di questa precauzione potrebbe comportare un grave incidente o una multa.

Cosa significano i diversi segnali stradali?

I segnali stradali sono disponibili in una varietà di forme e colori e ognuno ha un significato specifico. Le diverse forme e colori sono lì per aiutarti a identificare un segno il più rapidamente possibile, senza interrompere la guida.

Secondo la Road Traffic Management Corporation, i vari segnali stradali sono classificati in quattro gruppi e sottocategorie principali, ad esempio:

1. Regolamentazione: controllo / comando / divieto / prenotazione
2. Avvertenza: tracciato stradale / direzione di movimento
3. Guida: posizione / indicatori di percorso / direzione
4. Temporaneo: comando / divieto.

Forniture segnaletica stradale a Cagliari

Il personale qualificato ed esperto di Marci e Faedda Srl è sempre pronto a fornirvi una precisa consulenza tecnica in merito alle forniture di segnaletica stradale a Cagliari, grazie ad un continuo aggiornamento su tutte le novità del settore. Per ogni tua domanda c’è una risposta ideale e per ogni tua richiesta la soluzione perfetta: Marci e Faedda Srl, con la sua pluriennale esperienza nel campo, è sinonimo di garanzia!

Le forniture di segnaletica stradale a Cagliari rappresentano solo una parte dei loro servizi: tra questi anche l’installazione della segnaletica stessa, di impianti di videosorveglianza nonché di arredo urbano e tanto altro ancora. Non esitare a contattarli per saperne di più!

Il biologico sta cavalcando i nostri tempi, questo è un dato di fatto. Ormai vediamo un ritorno al naturale su molti settori del quotidiano, l’alimentazione, il benessere la cura della persona compreso il make up e anche l’abbigliamento. Uno dei fenomeni degli ultimi tempi è  la diffusione del bar biologico franchising, un fenomeno che inizia a prendere piede anche nel nostro Paese. Ma come aprire un bar biologico franchising nella propria città? E come riuscire ad ottenere il successo atteso?

Il nuovo trend vuole il bar completamente BIO, a cominciare dal caffè, grazie al quale vengono anche chiamati Bio Cafè, ma anche ai croissant biologici vegan e le ciambelle cosi come i succhi di frutta bio. Farine antiche e ingredienti di provenienza garantita fanno si che gli avventori siano sicuri di consumare cibo biologico e salutare, stazionando in un locale accogliente, godendo di buona musica o leggendo un buon libro, magari sorseggiando un esclusivo vino Biologico o un prosecco Bio.

Bar biologico franchising che coniuga genuinità del cibo e qualità della vita con il piacere di andare al bar: frutta esposta quasi come in un mercato, vetrina per i panini e una refrigerata dove è possibile scegliere ingredienti per creare una propria insalata, brioche, pasticceria e molto altro. Gli ultimi anni la ricerca di prodotti biologici in Italia è cresciuta notevolmente con tassi di crescita annuali che crescono in maniera esponenziale, ecco perché la diffusione del bar biologico franchising sembra piacere ai numerosi clienti.

Soprattutto attenti al benessere del proprio organismo e che prediligono scegliere alimenti di qualità  piuttosto che  un’alimentazione tutt’altro che sana anche a colazione. Il bar biologico franchising propone un modello di franchising di tipo modulare che permette a tutti gli affiliati di beneficiare e di porre particolare attenzione ad un’alimentazione sana e genuina,  abitudine che diventa sempre più frequente tra la popolazione.

Nel caso in cui un soggetto privato, non esercente attività di impresa, desidera procedere, nel quadro dei lavori destinati alla realizzazione della sua prima casa, al noleggio a freddo di una gru edile (quindi senza la messa a disposizione da parte del noleggiatore dell’operatore della gru stessa), quale aliquota IVA deve essere applicata alle fatturazioni derivanti il nolo?

Il noleggio delle attrezzature edili senza la messa a disposizione da parte del noleggiatore dell’operatore del bene noleggiato (si tratta del cosiddetto nolo “a freddo”), comprensivo del montaggio e smontaggio del bene, viene considerato come una “prestazione di servizi” di cui alla voce 127/quaterdieces della parte III tabella A del D.p.r. 633/1972. In questo caso, l’aliquota IVA applicabile alle fatturazioni derivanti da contratti d’appalto finalizzati all’esecuzione dell’intervento edile scontano l’aliquota IVA agevolata del 4%.

Il noleggio attrezzature edili “a freddo” come ad esempio il noleggio gru, comprensivo del montaggio e smontaggio, effettuato direttamente nei confronti del privato committente, poiché è inquadrato nell’ambito degli interventi finalizzati alla realizzazione di un immobile, soggiace anch’esso all’aliquota IVA del 4%,poiché in sostanza, ai fini IVA, è l’intervento edilizio (oltre che la qualifica del Committente, che deve poter contare sulle caratteristiche soggettive che autorizzano la fruizione dell’aliquota IVA agevolata prevista per la realizzazione della “prima casa”) che determina l’applicazione dell’aliquota anche nei confronti di una prestazione di servizi come quella del noleggio di una gru (a freddo o a caldo) con montaggio e smontaggio.

Nel caso in cui il noleggio delle attrezzature edili non fosse accompagnato dal montaggio e smontaggio del bene oggetto del nolo, l’IVA dovrebbe essere invece applicata con l’aliquota del 22% perché non si sarebbe più in presenza di una “prestazione di servizi” inerente ad uno specifico intervento edile (la realizzazione di un immobile “prima casa”), configurandosi un rapporto di tipo esclusivamente commerciale e come tale soggetto all’aliquota del 22%. 

Tradizionalmente, la figura del commercialista è sempre stata vista come il professionista della contabilità e il responsabile per i controlli, i servizi fiscali e di ragioneria. Ma così come l’economia globale si è evoluta, anche questa professione è progredita in un percorso di carriera non più fatto di sola contabilità, ma includendo specializzazioni come le consultazioni, indagini penali, processi internazionali, consulenza del lavoro e persino economia ambientale e digitale.

Il commercialista del futuro è il commercialista del lavoro che guarda oltre il 730. E punta a sbarcare su mercati meno tradizionali e più inesplorati per la professione: dalla consulenza in materia di lavoro o in ambito immobiliare al terzo settore, dal no profit all’internazionalizzazione fino alla prevenzione delle crisi d’impresa. Addio, quindi, al professionista identificato solo come l’esperto del fisco e delle tasse, perché il commercialista del lavoro guarda oltre e si ritaglia nuove specializzazioni, legittimate anche da una formazione ad hoc.

Va in questa direzione infatti il progetto del Consiglio nazionale di categoria finalizzato alla creazione delle Scuole di Alta formazione che nel tempo possano anche rilasciare i titoli di specializzazione riconosciuti per legge. Le Saf completeranno il quadro dell’offerta formativa per i commercialisti, puntando a definire i caratteri tecnico – culturali della professione del futuro. Non solo, perché intenzione del Consiglio nazionale è quella di avviare il percorso per il riconoscimento a livello legislativo dei titoli di specializzazione, all’interno della legge sull’ordinamento professionale.

Nello specifico, le funzioni svolte dal vasto numero di professionisti che lavorano per le imprese sono spesso dimenticate e non ben comprese. L’esercizio di consulenza costituisce una delle possibili aree di attività professionale che il commercialista del lavoro può liberamente intraprendere, perché da sempre rientra nelle sue competenze con l’unico obbligo di darne comunicazione al Servizio Ispezione del Lavoro della D.T.L. delle province nel cui ambito intende svolgere l’attività. 

Per maggiori info visita il sito: http://www.russo-studio.it/?i=commercialista-del-lavoro